Breve storia

L'Aikido dei giorni nostri trae origine dal "Daitoryu Aikijujutsu", fondato probabilmente dal Shinra Saburō Minamoto no Yoshimitsu (1045-1127), samurai del clan Minamoto, terzo figlio di Yoriyoshi Minamoto. Yoshimitsu era il signore del castello di Daitō (da cui deriva poi il nome dell'arte), ma il figlio Yoshikiyo al termine della guerra si trasferì nella provincia di Kai dove assunse il nuovo nome di Yoshikiyo Takeda, dando così origine al Clan Takeda.

A partire da questo periodo le tecniche furono tramandate attraverso le generazioni come arte segreta della famiglia Takeda fino al 1868, nel periodo Meiji. Allora per la prima volta Sokaku Takeda , capo della famiglia, cominciò ad insegnarle al di fuori del proprio casato. Uno degli studenti di Takeda Sensei - il migliore di tutti - era Morihei Ueshiba; egli unificò il Daito Ryu con altre scuole di Jujutsu e col Kenjutsu, l'arte del combattimento con la Spada, creando l' "Aikido" moderno. Shioda Gozo Sensei (1915 - 1994), il fondatore dello Yoshinkan Aikido, fu uno dei primi allievi di Ueshiba Sensei. Entrò nel Dojo di quest'ultimo a 18 anni e per 8 anni si dedicò esclusivamente all'apprendimento di quest'arte. Nel 1954 aprì il primo Yoshinkan Dojo.



Caratteristiche

Un comune assioma dell'Aikido è che il debole possa controllare il forte attraverso lo studio della tecnica. Ma l'Aikido è più di una semplice abilità fisica: per entrare in armonia con la forza e con i movimenti dell'avversario occorre che oltre al corpo anche la mente sia "adattabile". L' aikidoka deve capire il suo avversario e condividerne le sensazioni; l'obiettivo non è quindi quello di procurare danni, ma di coltivare un senso di "armonia" con l'avversario.

Il segreto dell'essere in grado di trarre vantaggio dalla forza dell'avversario risiede nel principio del movimento circolare (En undo). Quasi nessun movimento in Aikido segue una linea retta: i movimenti dei piedi, del tronco e delle braccia descrivono tutti degli archi e, in più, sono tridimensionali - ovvero percorrono le linee di una sfera o talvolta di una spirale. Il movimento circolare permette all' aikidoka di sommare il suo peso e la sua forza a quella dell'avversario senza paura di bruschi impatti.




Dimostrazione di Kihon-waza (studio di base delle tecniche)


Dimostrazione di Jiyu-waza (studio dinamico delle tecniche)